L'ARTE AUGUSTEA
L'arte augustea è l'arte prodotta nell'Impero Romano sotto il regno di Augusto, dal 44 a.C. al 14 d.C., e sotto la dinastia giulio-claudia (fino al 69). In quell'epoca l'arte romana si sviluppò verso un sereno "neoclassicismo", che rifletteva le mire politiche di Augusto e della pax, finalizzato a costruire un'immagine solida e idealizzata dell'impero. L'arte dell'età di Augusto è infatti caratterizzata dalla raffinatezza, dall'eleganza, adeguata alla sobrietà ed alla misura che Augusto aveva imposto a sé stesso e alla sua corte. Ciò significò, come hanno messo in luce gli studi della seconda metà del XX secolo, anche un'impronta accademica e un po' fredda, a causa della forte idealizzazione delle opere d'arte.
Durante il principato di Augusto ebbe inizio una radicale trasformazione urbanistica di Roma in senso monumentale. Anche nelle arti figurative si recuperò, in particolare, la scultura greca del V secolo a.C. (Fidia, Policleto...) della quale ci restano numerose opere, ma questo interesse per il passato influenzò anche l'architettura, l'artigianato prezioso e sicuramente (nonostante le esigue tracce), la pittura.
Opere emblematiche di quest'epoca sono l'Ara Pacis, l'Augusto di via Labicana (con il principe come pontefice massimo) e l'Augusto loricato, quest'ultimo rielaborato dal Doriforo di Policleto. L'uso di creare opere nello stile greco classico va sotto il nome di neoatticismo.
Durante il principato di Augusto ebbe inizio una radicale trasformazione urbanistica di Roma in senso monumentale. Anche nelle arti figurative si recuperò, in particolare, la scultura greca del V secolo a.C. (Fidia, Policleto...) della quale ci restano numerose opere, ma questo interesse per il passato influenzò anche l'architettura, l'artigianato prezioso e sicuramente (nonostante le esigue tracce), la pittura.
Opere emblematiche di quest'epoca sono l'Ara Pacis, l'Augusto di via Labicana (con il principe come pontefice massimo) e l'Augusto loricato, quest'ultimo rielaborato dal Doriforo di Policleto. L'uso di creare opere nello stile greco classico va sotto il nome di neoatticismo.
L’Ara Pacis è un sito archeologico romano risalente agli anni 9-13 a.c.. E' costruita durante il periodo Imperiale per rendere omaggio all'imperatore Augusto, il quale desidera un monumento alla Pace dopo le recenti vittorie in Spagna e in Gallia. Il monumento ha la forma di quadrato con l’altare edificato al centro. Le superfici sono decorate e scolpite da artisti greci (fregi, etc). In origine l’Ara Pacis viene eretto dove oggi si trova Via del Corso. Nel 1938 viene spostato in piazza Augusto Imperatore dove ancora oggi si trova. L'edificio ristrutturato e adibito a racchiudere l'Ara Pacis, su progetto dell'architetto Richard Meier, in acciaio, travertino, vetro e stucco è stato aperto ufficialmente al pubblico nel 2006. L’ambiziosa ristrutturazione ha suscitato un vespaio di critiche, anche se, ad oggi, il più importante monumento di età augustea risulta essere uno dei siti più visitati della capitale.
L’Ara Pacis, o Altare della Pace di Augusto, consiste in un recinto quadrangolare, che attornia un altare sacrificale, a cui si accede attraverso due ingressi aperti sui lati più corti.
L’Ara venne realizzata al ritorno di Agusto dalla Spagna nel 12 a.C. I suoi primi frammenti vennero rinvenuti nel 1568, nei pressi di via del Corso. Seguirono nel corso dei secoli altri ritrovamenti di frammenti che comportarono un grande dispiego di tecniche per recuperarli e preservarli e studi per ricostruirne i pannelli, secondo le sequenze originarie. Dal Vaticano e dalla famiglia Medici giunsero altri pezzi per completare il collage, tuttora privo di alcuni frammenti originali che la Francia custodisce nel Louvre e che sarebbe auspicabile facesse ritornare a Roma. Il recinto è decorato nella parte superiore da ghirlande appese a teschi di bue e vasi votivi sospesi su nastri. Mentre sul fianco di ogni porta sorgono quattro rilievi con raffigurazioni mitologiche (es. il sacrificio di Enea ai penati), sui lati lunghi si può ammirare una processione di àuguri, camilli, sacerdoti e membri della stirpe imperiale. In mezzo a queste figure si staglia quella di Augusto, pontifex maximus, quella di Agrippa suo genero, di Livia, Tiberio e Druso, Domizio Enobarbo coi due figli. Sull’altro lato a comporre il corteo compare la figlia di Augusto, Giulia. La famiglia imperiale è ritratta al culmine del suo splendore e della sua potenza. Siamo in un momento storico in cui si inizia a consolidare l’investitura divina dell’imperatore, attraverso un rigido cerimoniale religioso, come conferma la processione ritratta sull’Ara Pacis. Allo stesso tempo è chiaro anche l’intento di designare la successione dinastica, che proseguirà dopo la morte di Augusto. Non di realtà storica si tratta, come quella minuziosamente ritratta sulla Colonna Traiana, bensì di raffigurazione ideologica e allegorica, sia in quanto la processione in questione non si effettuò mai, sia perché il rituale riportato sui fregi allude all’immortalità del potere nel destino di Roma. Influenze di tipo greco ed ellenistico nelle decorazioni non fanno che accrescere la dignitas del monumento, come le foglie di acanto e gli animaletti, le lucertole e i serpentelli, una rana e uno scorpione, etc, il tutto a sostenere l’ideale di auctoritas così ben incarnato dall’imperatore Augusto. |
Museo dell’Ara Pacis
L'Ara Pacis viene restituita al pubblico dopo un lungo periodo di inaccessibilità, dettato dai necessari lavori per realizzare le condizioni più idonee alla conservazione del monumento nel lungo periodo. Ad un esame dell'altare eseguito negli anni Novanta, le sue condizioni erano risultate così preoccupanti da spingere l'Amministrazione Comunale a prendere un impegno tanto importante: sostituire la teca basata su un'idea Morpurgo nel 1938 perché del tutto insufficiente a proteggere il prezioso monumento di età augustea dalle polveri, dai gas di scarico, dalle vibrazioni, dagli sbalzi di temperatura e di umidità, e musealizzare l'Ara Pacis secondo i più moderni criteri di conservazione. Gli spazi del museo progettato dallo studio dell'architetto statunitense Richard Meier, sono modulati sul contrasto luce e penombra. Particolarmente legati a questo effetto, risultano i primi due corpi di fabbrica: dopo una zona in penombra, la Galleria di accesso, si passa al padiglione centrale che ospita l'Ara Pacis, nella piena luce naturale che filtra attraverso 500 mq di cristalli; questi, pur non interrompendo visivamente la continuità con l'esterno, favoriscono il silenzio necessario per il pieno godimento del monumento. Nella quiete dell'isolamento acustico è possibile apprezzare i ritmi pacati dei motivi decorativi; assistere allo scorrere del corteggio, posto lungo i fianchi del recinto dell'Ara, composto dalle massime cariche sacerdotali di età augustea e dai membri della famiglia imperiale, guidati dallo stesso Augusto; ripercorrere le mitiche origini di Roma e le glorie augustee che hanno donato all'impero la possibilità di vivere tempi tanto felici da essere denominati seculum aureum. |
Nell'Ara Pacis le due aperture del recinto, poste sui lati stretti, sono fiancheggiate da compisizioni simboliche rievocative. L'ingresso sud è fiancheggato da due scene dell'origine di Roma: a sinistra l'edicola con il "lupercale", raffigurante il rinvenimento dei due fratelli gemelli, Romolo e Remo, allattati dalla lupa, da parte del pastore Faustolo. A destra l'edicola che rappresenta il sacrificio del pio padre Enea agli dèi Pernati in un paesaggio con alberi e rocce, di gusto ellenistico. L'altro ingresso, quello nord, è presente l'edicola con la personificazione della Terra (Tellus), feconda di nutrimento per l'umanità, accompagnata da figure simboleggianti le acque e le aure: dunque, terra, acqua e cielo; il mondo nel quale noi viviamo, splendido, ricco e pacifico. Dall'altro lato della stessa porta stava la personificazione di Roma, seduta armata sopra un cumulo di armi, dominatrice e guardiana di quel mondo. Romae la Terra, i due elementi che definiscono la situazione del cittadino romano sotto la guida e la pace di Augusto. I due lunghi lati del recinto sono occupati da due file processionali di figure, prese dalla realtà, ma congelate in gesti convenionali. E' la processione che dovette svolgersi quando l'ara fu dedicata. Sotto i fregi figurati corre, lungo tutto il recinto, una decorazione floreale, come unico elemento di unione fisica che non può da sola compensare alla logica strutturale ed organica alla basa dei canoni e del gusto dei Greci dell'età classica ai quali lo stile artistico dell'Ara Pacis si ispira.
Il Museo dell'Ara Pacis
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I Colori dell'Ara Pacis.
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Il moderno nell'antico.
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