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Il mistero astronomico dell'ara pacis. Ricostrione in 3D.

5/5/2015

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Nei primi anni dell'Impero Romano (9 a.C.), il Senato romano ordinò la costruzione di un altare in marmo per ricordare un'epoca di pace inaugurato dalla regola dell'imperatore Augusto. Collocato nel Campo Marzio, gli archeologi hanno sempre pensato che l'Ara Pacis Augustae fosse stato progettato per allinearsi con il grande obelisco posto ad esso vicino, oggi collocato in Piazza Montecitorio a Roma, per indicare la data del compleanno di Augusto. Ma una ricostruzione digitale elaborata sui dati della Nasa suggerisce che questa teorie non è corretta.

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In un aula della Pontifica Accademia Archeologica del Vaticano, un team di archeologi guidato da Bernard Frischer, professore presso il Dipartimento di Informatica dell’Indiana University, ha diffuso i risultati di uno studio che corregge la teoria corrente sul rapporto tra l’Ara Pacis e l’Obelisco di Montecitorio, due monumenti eretti anticamente da Augusto nel Campo Marzio.
Gli studiosi hanno a lungo creduto che l’obelisco egizio fosse stato eretto come puntatore di una gigantesca meridiana, posizionato in modo che gettasse un’ombra simbolica sulla facciata occidentale dell’Ara Pacis nel giorno del compleanno di Augusto, il 23 settembre. Questa teoria è stata proposta quasi cinquant’anni fa dall’archeologo tedesco Edmund Buchner.
Utilizzando i dati di Horizon System, uno strumento di calcolo online della Nasa che fornisce la posizione esatta dei corpi celesti in qualsiasi momento della storia, il team di Frischer ha realizzato un modello 3D del Campo Marzio, una zona della Roma antica di approssimativamente 2 km², inizialmente posta all’esterno dei confini della città.
Lo studio ha rivelato che la data del 23 settembre è errata. Infatti, i ricercatori hanno scoperto che il vero scopo dell’interazione tra i due monumenti non era l’ombra sull’Ara Pacis, ma la posizione del Sole stesso. Le simulazioni hanno mostrano che l’Ara Pacis e l’Obelisco di Montecitorio furono allineati in modo tale che, se visti dalla vicina Via Flaminia, l’obelisco sarebbe apparso dietro all’Ara Pacis con il Sole posizionato sulla punta.
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Questo fenomeno celeste si sarebbe presentato non nel giorno del compleanno di Augusto, ma il 9 ottobre, data della festa del Tempio di Apollo Palatino. “La cosa importante non era l’ombra dell’obelisco, ma il Sole visto dalla Via Flaminia sopra la punta dell’obelisco”, ha spiegato Frischer in un comunicato stampa. Il risultato  conferma il particolare significato tributato sotto Augusto alla data del 9 ottobre. Apollo era una divinità dell’antica religione greca, figlio illegittimo di Zeus e di Leto. Era considerato dio di tutte le arti, della medicina, della musica e della profezia. Il suo simbolo principale era il Sole. Apollo era anche venerato come dio oracolare, capace di svelare, tramite la sacerdotessa chiamata Pizia, il futuro agli esseri umani.
A differenza di altri dei, Apollo non aveva un equivalente romano diretto, e il suo culto venne importato a Roma direttamente dai Greci. A partire dalla tarda età Repubblicana, Apollo divenne “alter ego” del Sol Invictus, una delle più importanti divinità romane che fu assunta dalla Chiesa antica come festa del Natale di Cristo quando il cristianesimo divenne religione dell’Impero. Inoltre, il celebre progetto spaziale Apollo della NASA, che negli anni sessanta portò l’uomo sulla luna, deve il suo nome proprio al dio greco, in quanto protettore delle colonie e dei pionieri.L’elaborato Tempio di Apollo Palatino venne edificato nel luogo su cui era caduto un fulmine, all’interno delle proprietà di Augusto sul monte Palatino. Il tempio venne dedicato dall’imperatore il 9 ottobre del 28 a.C. e in seguito ceduto allo Stato. “Nessun’altra data sarebbe stata più appropriata di questa”, ritiene Frischer. Lo studio di Frischer e colleghi è solo l’ultimo di una lunga e complessa ricerca che cerca di ricostruire la storia dell’Obelisco di Montecitorio e l’Ara Pacis. Siccome entrambi i monumenti sono stati spostati dalle loro posizioni originali, il team di Frischer ha dovuto utilizzare una combinazione di dati storici, indagini sul campo e coordinate GPS per elaborare il loro modello archeologico tridimensionale.
L'Obelisco e l'Altare
Lo studio di Frischer e colleghi è solo l’ultimo di una lunga e complessa ricerca che cerca di ricostruire la storia dell’Obelisco di Montecitorio e l’Ara Pacis. Siccome entrambi i monumenti sono stati spostati dalle loro posizioni originali, il team di Frischer ha dovuto utilizzare una combinazione di dati storici, indagini sul campo e coordinate GPS per elaborare il loro modello archeologico tridimensionale.
L’obelisco fu originariamente realizzato nel 6° secolo a.C., durante il regno del faraone egiziano Psammetico II (595-589 a.C.), appartenente alla 26° dinastia, e collocato nella città di Eliopoli, in Egitto. Fu Augusto a volere che nel 10 a.C. l’obelisco fosse portato a Roma e collocato nel Campo Marzio, molto probabilmente come monumento che rappresentasse la sua vittoria su marco Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio avvenuta due decenni prima.
Il megalite in seguito crollò e rimase nascosto per centinaia di anni. Fu poi riscoperto nel 15° secolo, ma solo nel 1972, per volere di papa Pio VI, fu recuperato, restaurato e collocato nella sua posizione attuale in Piazza Montecitorio.
La costruzione dell’Ara Pacis, invece, fu decisa dal Senato romano il 4 luglio del 13 a.C., commissionando un altare dedicato alle imprese di Augusto in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale. Il monumento era collocato con un’entrata sull’antica via Flaminia e una verso il Campo Marzio.
Nel II secolo d.C. il livello delle acque della zona si alzò notevolmente e l’ara dovette essere circondata da un muro di mattoni: ormai sporgeva dal terreno solo a partire dai fregi figurati. Dopo essere stato completamente sepolto sotto il limo per diversi secoli, l’altare fu riscoperto nel 1568.Infine, nel 1930, sotto la dittatura di Benito Mussolini, l’altare fu scavato, smontato, trasferito e rimontato in un padiglione appositamente eretto per ospitarlo, reinterpretandolo come un simbolo del fascismo italiano. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, l’architetto Richard Meier ha progettato un nuovo padiglione per il monumento, tornato ad essere visitabile nel 2006.

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Nuove ipotesi sulla Villa di Augusto. Forse è nel giardino di una scuola elemenatere posta tra Nola e Ottaviano.

2/9/2012

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Articolo di Antonio Cangiano tratto dal quotidiano on-line napoli.com
ImmagineParticolare del capitello ritrovato.
NAPOLI - Nuove interessanti ipotesi circa la collocazione della cosiddetta villa di Augusto, dimora regale alle falde del Vesuvio dove sarebbe morto Gaio Giulio Cesare Ottaviano, primo imperatore di Roma.
Secondo il parere di una nutrita schiera di archeologi, l’attuale villa d’epoca romana individuata negli anni ’30 a Somma Vesuviana - e dove dal 2002 sono ripresi gli scavi finanziati dell’università di Tokio - non sarebbe quella giusta.
L’archeologo Mocerino interviene: “si tratta di una struttura tarda, costruita secoli dopo il decesso dell’imperatore”.
E intanto il ritrovamento di un capitello di fattura pregiata e dalle enormi proporzioni sposta l’asse della ricerca nel giardino di una scuola elementare al confine tra i comuni di Nola e Ottaviano.

TEMPIO DI AUGUSTO? -  “È largo come una colonna del tempio di Hera a Paestum ma decisamente più bello e decorato” è il commento entusiasta di Gennaro Barbato, vicepresidente fondatore del Comitato Civico di Ottaviano, comune alle falde del Vesuvio.
La valutazione si riferisce all’imponente capitello di notevoli dimensioni ritrovato non molti anni fa durante i lavori per la realizzazione del parcheggio della scuola elementare “Albertini” in località Piazzolla al confine tra i comuni di Nola e Ottaviano, e che ora fa discutere circa l’esatta ubicazione della villa dove sarebbe morto il primo imperatore di Roma.
Il capitello, un kalathos corinzio con una sola corona di foglie d’acanto, è un esemplare molto raro nel suo genere.
“Molto probabilmente appartiene ad una imponente domus romana o addirittura ad un tempio”, avanza entusiasta il nostro interlocutore; e in questa idea Barbato è avvalorato dalle recenti ipotesi degli archeologi che valutano la presenza di una struttura di notevoli dimensioni nell’area di pertinenza della scuola elementare dov’è stato ritrovato il capitello o nelle prossime vicinanze.
Un tempio che a detta degli addetti ai lavori l’imperatore Tiberio avrebbe fatto costruire per onorare il padre morto nella villa di famiglia alle falde del Vesuvio, citata da Svetonio e Tacito.
Ma sono delle ipotesi, occorrerebbe fare spazio agli scavi archeologici. “Abbiamo richiesto più volte alle soprintendenze di Napoli e Pompei, saggi di scavo nei giardini e nel parcheggio del plesso scolastico” spiega il nostro interlocutore, “ma fino ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.

LA MISSIONE GIAPPONESE – Intanto la missione degli archeologi giapponesi dell’università di Tokio, al lavoro dal 2002 nell’area di scavo di Starza della Regina, dove negli anni ’30 si ritenne fosse stata individuata la villa Augustea, non sembra essere più convinta.
Dal sito ufficiale della missione, che ha tra gli obbiettivi principali la verifica dell'ipotesi sulla "Villa di Augusto" formulata dagli archeologi del Regime, non c’è alcun riferimento all’imperatore morto in quella residenza.
Il prof. Antonio De Simone, che ha curato il progetto d’intervento ora portato avanti dal Prof. Masanori Aoyagi dell’università di Tokio, parla di villa con decorazione dionisiaca di Somma Vesuviana, per il rinvenimento in loco di una pregevole statua del Dio.
Ad avvalorare l’ipotesi circa la villa di Augusto, resta soltanto uno speciale Super Quark - visibile su youtube http://www.youtube.com/watch?v=PrG9_gZhktA - dedicato alla presunta villa di Augusto di Somma Vesuviana, realizzato da Alberto Angela e trasmesso in prima serata da Rai 1 nel 2008, dove il noto conduttore asserisce: “tutti gli archeologi ritengono si tratti della villa di Augusto, anche se la certezza “nero su bianco” ancora non c’è”.

UN PO’ DI STORIA - Si dice che nel 14 d.C. il primo imperatore Ottaviano Augusto durante un viaggio provò un malore e fu portato in una villa di famiglia “apud Nolam” (presso Nola) dove, secondo gli scritti di Tacito e Svetonio, malgrado le cure, si spense all'età di 76 anni.
Il suo corpo fu poi riportato a Roma dove si svolsero i solenni funerali.
Fin qui la storia, quella classica.
Negli anni’30 nell’ottica delle campagne di scavo del regime fascista, orientate a riportare alla luce simboli e luoghi solenni dell’impero romano, il Dott. Antonio Angrisani affiancato dall'allora direttore degli scavi di Pompei Matteo Della Corte, portarono alla luce in una campagna di Somma Vesuviana, imponenti resti di una villa d’epoca romana.
La straordinarietà dell’edificio e la sua monumentalità fecero pensare che la villa fosse proprio quella “apud Nolam” citata da Svetonio e Tacito.
Richiesto a Mussolini un finanziamento per poter proseguire le opere di scavo, se n'ebbe risposta negativa per mancanza di fondi.

Guarda il video su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=uBaC_ZJl3iQ


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Il capitello ritrovato casualmente durante i lavori di scavo per il parcheggio nella scuola elementare.
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Particolare del capitello.
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Il capitello insieme ad altri reperti di epoca romana.
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Particolare degli scavi della "Villa di Augusto" ora sempre più in dubbio.

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A settembre sarà interrato il villagio preistorico, straordinario sito archeologico venuto alla luce per caso 10 anni fa. Dopo più di 5 anni dal suo allagamento, nessuna soluzione è stata trovata per evitare il problema causato dalla falda acquifera.

24/8/2012

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A settembre scatterà l'interramento dell'area e la realizzazione dei calchi delle capanne. Il villaggio verrà riconsegnato al sottosuolo dove è stato conservato per secoli. Il fallimento è servito. Le istituzioni non sono state capaci di difendere e tutelare un reperto unico al mondo. Da anni le capanne sono sommerse dall’acqua a causa dell’innalzamento della falda acquifera. Per ridurre il livello dell’acqua era necessario un progetto costosissimo. Da qui la decisione di procedere all’interramento dell’area. Nola si avvia a perdere un patrimonio archeologico di straordinaria importanza.

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"La «Pompei dell’età del bronzo» sarà interrata e sostituita in scala reale da un fac simile dell'insediamento originario"
Il villaggio, soprannominato la Pompei nolana, venne alla luce nel 2001 durante gli scavi per la realizzazione di un centro commerciale. Il sito fu acquisito dalla Regione Campania. In dieci anni però non è stato fatto nulla per salvaguardare l’area. Uno studio effettuato dall’Amra cercò di individuare le cause dell’allagamento che alcuni anni provocò il crollo di un costone ed il sequestro dell’area da parte dell’autorità giudiziaria. L’innalzamento della falda sarebbe connesso alla dismissione e/o riduzione degli emungimenti dai campi pozzi a servizio di Napoli e del Vesuviano e dei grandi impianti industriali nel triangolo Napoli –Nola- Maddaloni. Va considerata, inoltre, la possibile messa in comunicazione tra la falda artesiana profonda e quella superficiale, causata dalla presenza di un gran numero di pozzi abusivi.

IL VILLAGGIO PEISTORICO NON SARA' PIU' INTERRATO.
Intesa tra Regione Soprintendenza: al via un piano di recupero per il sito inagibile dal 2007 e sommerso da una falda acquifera profonda due metri. Leggi oltre..
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Cominciamo a discutere di questo portale. Ci aspettiamo idee e contributi, suggerimenti e critiche.

14/5/2012

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Questo "portale" vuole essere un contenitore interagente ed aperto al contributo di quanti ritengono che il patrimonio storico-artistico-culturale del nostro territorio sia da scoprire, valorizzare e salvaguardare perché, oltre a rappresentare il nostro passato, è il futuro sul quale si può e si deve investire per il suo sviluppo. Al momento raccoglie quanto ci è stato possibile reperire nelle nostre disponibilità di tempo e competenze, rinviando a futuri approfondimenti gli argomenti trattati, scusandoci sin d'ora nell'aver attinto a fonti senza averne chiesto l'autorizzazione. Ma tutto è stato fatto a fin di bene, essendo convinti che il lavoro svolto  dietro questo spazio virtuale "aperto" nel web, se raggiungerà gli scopi, potrà ricambiare, se non tutto, almeno in una piccola parte in termini di conoscenza per tutti.
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